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Recensione: Nessun Futuro di Luigi Milani



Titolo: Nessun Futuro
Autore: Luigi Milani
Genere: Mystery
Collana: Morte a 666 Giri
Pagine: 353
Prezzo: € 2,99 ebook
Data di Uscita: 15/06/2015
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Senza dubbio mi trovo davanti ad una delle recensioni più difficili che mi siano capitate. Nessun Futuro è un romanzo molto particolare, che mi ha suscitato emozioni differenti nel corso della lettura, a tratti persino totalmente contrastanti.

Ci troviamo in una New York anni duemila, alla vigilia del crollo delle torri gemelle, in uno spicchio di mondo costellato di stelle del rock, copertine patinate e luminosi programmi tv; ma non calchiamo le scene, perché Luigi Milani ci trascina dietro le quinte, non quelle materiali del palcoscenico, ma quelle interiori dei personaggi protagonisti di questo mondo spettacolare.
Kathy, la nostra voce narrante, è una veejay di medio-basso successo che si trova ad affrontare la decadenza del mondo del rock e della sua stessa vita; in una fase precaria e vuota della sua esistenza, incrocia la strada di Phil Summers, chitarrista famoso quasi un decennio prima e scomparso in circostanza drammatiche anni prima.
Un servizio sul famoso e rimpianto cantante è l'occasione per Kathy di avvicinarsi spiritualmente e mentalmente a Phil, e con lui, ai retroscena più drammatici della vita di una stella del rock.
A fare da sfondo al romanzo, molti nomi celebri del panorama musicale fanno capolino tra le pagine, interagiscono con la protagonista e danno un contributo alla realisiticità della vicenda, facendoci credere nella veridicità del racconto.

Come preannunciavo all'inizio della recensione, mi è molto difficile esprimere un giudizio compiuto su questo romanzo: ci sono stati frammenti, interi capitoli che mi hanno coinvolta al punto da divorarli, ed altri così lenti da farmi quasi pensare di abbandonare la lettura.
In particolare, ho trovato avvincenti le parti dedicate al rock, ai Chaos Manor (il gruppo di Phil Summers), alla loro carriera, alla vita del loro cantante e ai gravi problemi che l'hanno caratterizzata; in queste pagine sentiamo la musica palpitare, rovesciarsi su di noi con impeto e prepotenza. Veniamo accompagnati dentro la storia del rock, allontanandoci dall'immagine statica del palcoscenico che siamo abituati a conoscere; e il dietro le quinte che scopriamo è segnato da insoddisfazioni, depressioni, scontri etici e su tutto, dal vile denaro. Ho letto con curiosità e passione le tante pagine dedicate alla fotografia, soprattutto quella di scena, che grazie al personaggio di Frank Colan, ho potuto sentire vive e reali: facile ritrovarsi nelle descrizioni della ricerca del momento prima dello scatto, nella figura del fotografo come spettatore silente, investito del compito di riportare senza cambiare; bellissime descrizioni di paesaggi, eventi, filtrate attraverso l'obbiettivo di una macchina fotografica.
In queste parti ho riconosciuto ed apprezzato l'abilità dell'autore nel coinvolgere il lettore con quelle che probabilmente sono le sue stesse passioni.

Purtroppo però, alcune parti hanno notevolmente abbassato il livello del romanzo; ho letto con grande difficoltà della vita di Kathy, che ho trovato un personaggio quasi etereo, poco coinvolgente ed in alcuni tratti fastidioso: i suoi problemi, che a mio avviso avrebbero dovuto fare da cornice, da filo conduttore della vicenda, in realtà pregnano quasi tutto il romanzo, facendo sprofondare il lettore in una depressione pari quasi a quella della protagonista. I suoi pensieri sono un guazzabuglio soffocante che lascia senz'aria e non ha una via d'uscita, un'evoluzione; li senti invadenti e penetranti ma non riescono a coinvolgerti, ti lasciano indifferente e infastidito.
Il lato sovrannaturale poi è così ai margini che il lettore fa fatica a notarlo, confondendolo con un stadio avanzato di pazzia della protagonista. Posso capire il tentativo di lasciare l'ambiguità fino all'ultimo, la ricerca dell'equilibrio tra realtà e finzione, tra comprensibile ed incomprensibile, ma quando si introduce il soprannaturale a mio avviso è necessario lasciare almeno qualche indizio al lettore della sua esistenza, altrimenti questo potrebbe tranquillamente pensare di aver frainteso il significato (com'è successo a me in questo caso).
Il finale poi, resta anch'esso ambiguo ed aperto, sincronizzandosi con il resto del libro; una scelta comprensibile ma a mio avviso infelice; il lettore è stato trascinato per tutta la lettura in un vortice di incomprensione che ha suscitato in lui il desiderio di un filo logico, sicuro al quale aggrapparsi, e si trova davanti, arrivato al termine, nient'altro che un altro muro di nebbia invalicabile ed oscura.

Nonostante questi lati negativi però, se mi chiedeste se vi consiglio questo romanzo, probabilmente risponderei comunque di si; per quanto io abbia avuto difficoltà ad apprezzarlo, l'analisi del mondo del rock, delle sue sfacettature, delle sue luci ed ombre, è davvero interessante e particolare.
Inoltre non faccio fatica a pensare che, probabilmente, il mio giudizio non del tutto positivo derivi da una mia incomprensione, una mia incapacità di penetrare a fondo di questi spessi strati di ombre e depressioni.
Magari uno sguardo più attento e profondo sarà capace di cogliere il nocciolo dove io ho visto solo nebbia.


6/10

Trama:
“Approda finalmente in formato digitale Nessun Futuro, romanzo cult per chi ama il rock, il mistero e il sovrannaturale. La vicenda si svolge verso la fine del 2001 – un anno spartiacque per la storia dell’umanità, basti pensare allatragedia delle Torri Gemelle, evento richiamato anche nel libro – ma è popolata da storie e personaggi, tutti rigorosamente rock, provenienti da varie epoche: da Jim Morrison ai Beatles, ai Rolling Stones. Non manca neanche qualche illustre cameo: un nome per tutti, David Bowie. C’è chi ha letto in Nessun Futuro una sorta di riscrittura della vita, troppo breve e tormentata, di Kurt Cobain: chi può dirlo? L’autore sembra essersi divertito a mescolare reale e fittizio in un continuo alternarsi di luci e ombre. Del resto la vita stessa a volte può rivelarsi un gioco di specchi, dunque perché stupirsi? Lasciamo allora cadere il muro dell'incredulità e abbandoniamoci all’adrenalinico assolo di uno dei pochi scrittori rock del nostro Paese.”

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Denise
Sono un’appassionata di scrittura e comunicazione digitale, studio Informatica Umanistica e lavoro alla Casa della donna di Pisa. Nella vita cerco di conciliare i diversi aspetti di me: la femminista, la letterata e l’informatica. Non sempre vanno d’accordo, ma per fortuna sono caparbia e continuo a insistere.